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      A queste illusioni lo strappavano le trasmodanze della Riforma, che violentemente diroccava ciò ch'egli non volea se non rimpedulare. Confessò che sulle prime aveva ammirato questo Lutero, il quale a testa alta veniva flagellando i vizj del suo secolo e i vescovi imporporati, nè chinavasi ad alcuna maestà, neppure all'antistite supremo; e con mano santamente libertina svelava fino le nudità del padre497. Al cardinale Campeggio scrive: «Non lessi dodici pagine di Lutero, e anche queste fretta fretta: pure vi ho riscontrato di belle qualità naturali, e una singolare attitudine a scoprire l'intimo senso delle Scritture. Ho inteso persone savie, d'esemplare pietà, d'intera ortodossia compiacersi d'averne letto i libri; anzi, quanto i suoi avversarj aveano maggior virtù, e s'avvicinavano alia purezza evangelica, tanto erano meno ostili a Lutero, e, pur non partecipando alle sue opinioni, ne lodavano grandemente la vita». E meglio esclamava: «Piacesse a Dio che ne' libri di Lutero s'incontrasse meno di buono, o che il bene non fosse corrotto da tanta malizia!» Ma colla solita ironia, al priore degli Agostiniani che gli chiedea «Finalmente che cos'ha fatto quel povero Lutero?» rispose: «Ha fatto due grossi peccati: attentò alla tiara dei papi e al ventre dei frati».
      Leon X avea scritto ad Erasmo per tenerlo in fede, e perchè adoprasse il suo ingegno a difesa della verità498. Ma per difendere la verità ci vuol coraggio, e nulla lo toglie più che la smania della popolarità.
      Celio Calcagnino, illustre filologo, pure non ciceroniano, che a Ferrara aveva complimentato Erasmo in un latino sì puro e facondo da renderlo mutolo e incapace di rispondere499, spedì ad Erasmo un suo manuscritto De libero arbitrio in confutazione di Lutero: ed egli lo ammirava, e «Per gloria del vostro nome lo farei stampare, se non fosse uno sciagurato passo, ove mostrate credere che io mi compiaccia a questo spettacolo di religiose capiglie, standomene a bocca badata e colle mani in mano davanti al cinghiale che devasta la vigna del Signore».


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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