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      Le quistioni religiose, per quanto pajano astratte, non può farsi che non penetrino nelle viscere della società, e in un sistema teocratico quale avealo introdotto il medioevo, non si tocca la fede senza scompaginare lo Stato. Il cristianesimo avea dato soluzioni, non negative come la scienza d'oggi, ma positive alle quistioni capitali dell'uomo e della società, e conduceva a conseguenze effettive nella religione, nella morale, nella politica, nell'arte; donde istituzioni e leggi certe e un andamento storico sociale. Ora il protestantesimo lo sovvertiva, rivocando in dubbio i canoni fondamentali. Tendendo esso non tanto a condur l'uomo alle azioni più benefiche, quanto a trasformare i moventi dell'essere suo, ruppe nell'economia religiosa e sociale dell'umanità i due legami a cui si attiene la suprema nozione del diritto; il legame intimo che stringe l'uomo a Dio nell'eternità, mediante la coscienza; e il legame imperioso universale che lo sottomette ad una legge objettiva, ad una autorità esteriore nel tempo; e presumendo sistemare la vita umana senza riflesso al dogma, non surrogò all'antico un nuovo sovrano di diritto, ma abbandonò la società alle potestà temporali, sovrane di fatto; all'autorità che persuadeva surrogò il comando che costringe; trasferì l'infallibilità dall'intelligenza e dalla rivelazione alla forza e ai decreti. L'individuale interpretazione toglieva l'universalità dei principj, e i canoni accettati come senso comune; non era più la Chiesa che giudicasse gl'individui, ma essi lei; e l'individuo era nel bivio di rinunziare a credere, di compaginarsi da sè la propria credenza.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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