Se il Turco arrivasse a Roma, non sarei io che ne piangesse»509.
I Cattolici, è vero, continuarono a tener testa ai Turchi; ma dacchè la cristianità fu divisa in due campi, non bastò più a cacciarli510; le forze doveano logorarsi nelle lotte interne, gl'ingegni s'aguzzavano nello scassinare la fede romana. Anche per convertire i paesi infedeli scemavano i mezzi: missionarj non partivano più che da Roma, e in mezza Europa trovaronsi distrutti i frati, che n'erano i principali stromenti.
DISCORSO XVIII
ADRIANO VI PAPA RIFORMATORE. CLEMENTE VII. SACCO DI ROMA. PRELUDJ D'UN CONCILIO.
Il figlio d'un Florent, povero operajo d'Utrecht, meritò la predilezione de' maestri perchè mostrava inclinazione allo studio; ottenuto un posto gratuito in un collegio di Lovanio, vi apprese filosofia, matematica, diritto canonico, latino e greco, oltre il tedesco. V'aggiungeva tanta pietà, che non usciva mai di scuola senza entrare in una chiesa, e se imbattesse un povero, dividea con esso la parca cibaria. Acchiocciolatosi in una cameretta a tetto, fredda, malsana, la notte andava a leggere al lume de' pubblici lampioni, finchè Margherita d'Austria, vedova di Carlo il Temerario, allora governatrice dei Paesi Bassi, avutone contezza, gli mandò legna e trecento fiorini per comprare libri, e in appresso gli conferì una parrocchia, poi un canonicato a San Pietro di Lovanio. In questo viveva egli ritiratissimo, fra autori classici ed ecclesiastici e con qualche camerata; non lodato, neppure troppo gradito pe' suoi modi da grossolano brabanzone; ma ben contento quando dal vivere gli avanzasse tanto da soccorrere alcun poveretto.
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