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      Fatto decano, si applicò a riformare quel capitolo; oculato nel conferire i benefizj; durante il pasto frugale faceva leggere le sante scritture.
      Stampò in quel tempo Commentarium de rebus theologicis in quatuor sententiarum questiones511, e il suo nome giunse fino all'imperatore Massimiliano, che lo scelse per insegnar francese, spagnuolo e latino a suo nipote. Questo divenne, col nome di Carlo V, imperatore di Germania e re di Spagna, e poichè tanta parte ebbe negli affari d'Italia e della religione, bene sta che ci badiamo alquanto a considerarlo. Erede de' possessi austriaci per padre, de' Paesi Bassi e della Spagna per madre, e in conseguenza de' dominj d'Italia e de' paesi testè scoperti in America e nelle Indie, fu fortunato sino ad avere prigioniero alla battaglia di Pavia il proprio emulo Francesco I di Francia, e con ciò assicurata la sua preponderanza di qua dell'Alpi, mentre dal nuovo mondo gli giungevano ogni giorno annunzj di altri imperj scoperti e assoggettati, ch'egli mai non vedrebbe, di miniere d'oro e d'argento scavate, di preziose spezierie, avviate dall'estremo Oriente e dai paesi equatoriali a' suoi porti di Spagna. A contatto con tutti i paesi d'Europa per dominj che estendevansi da Cadice a Bruxelles, da Messina al Baltico, potè fantasticare la monarchia universale, non come immediata dominazione, ma come supremazia; nè fu vana millanteria il dire che il sole non tramontasse mai ne' regni suoi.
      E veramente egli sta a capo de' re moderni. Uscendo dai secoli della cavalleria per entrar in quelli del machiavellismo, fu vario come il suo tempo, a vicenda cupo e generoso, tollerante e fanatico, ostinato ne' proprj e ligio agli altrui pareri, intrepido e sfiduciato, ambizioso fino a sognare l'alta direzione e dei regni e della Chiesa, e di abbattere la costituzione germanica, sostituendovi la monarchia ereditaria, poi umile sino a terminar la vita in un convento: non fastoso, non cavalleresco, bensì politico, affettante il casalingo; affettante il leale, mentre niuno lo pareggiava nell'ordire e tessere un intrigo, nel promettere, corrompere, eludere, conciliare, soprattutto temporeggiare, conforme alla divisa che aveva assunta, Nondum512. Mai non montava in collera: offeso, avvolgeasi nella dignità del silenzio: la gratitudine non conobbe: la fiducia poco; mal soffriva la contraddizione, e credeva che il lungo riflettere sia cauzione del buon successo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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