La turpe vendita di cose sacre, ammantata col titolo di composizioni, repugna ai canoni, ispira invidia a' principi, e dà ansa agli eretici; sicchè dovrebbe restringersi l'uffizio del datario, che smunge il sangue dei poveri come dei ricchi. Nè le riserve di benefizj gli pajono oneste. Prima di concedere le grazie, si facciano da persone savie esaminare secondo la giustizia e l'equità; e così prima di promuovere a benefizj vacanti. A tutti poi gli uffizj si scelgano quei che più buoni, abili e fedeli, e si diano uomini alle dignità e alle amministrazioni, non queste ad uomini: le concessioni, gl'indulti, i concordati con principi si rivedano esattamente, acciocchè questi non usino e abusino verso secolari e verso ecclesiastici. Indecoroso e imprudente modo si tenne in maneggiare le indulgenze; sicchè voglionsi revocare le commissioni date ai Minori Osservanti, per le quali riesce svilita l'autorità episcopale. Nessuna cura paja soverchia nell'amministrare la giustizia; un cardinale robusto e savio riveda le suppliche sporte al papa; scelgansi con somma diligenza gli auditori di Rota, man destra del pontefice, ed abbiano un soldo fisso, anzichè impinguare sulle sportule, le quali sono cresciute a segno, che le cariche vendute un tempo a cinquecento ducati l'anno, or si comperano a meglio di duemila; come quelle degli auditori di Camera pagansi trentamila ducati, mentre dianzi valutavansi quattromila. Via via determina gli uffizj della giustizia; se ne rivedano le giurisdizioni e gli statuti, che buoni dapprima, poi depravaronsi; abbia riforma il governo delle Legazioni, dove vorrebbe che i legati non rimanessero oltre due anni, come pure i governatori e prefetti e gli altri uffiziali; tutti lasciassero una garanzia del loro operato, finchè subissero un sindacato; e a chi n'esce con lode, si attribuissero onori e comodi.
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Minori Osservanti Rota Camera Legazioni
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