S'ebbe vergogna di farlo nella testè desolata metropoli del cristianesimo, ma nella cattedrale di san Petronio a Bologna, ridotta a imitazione della Lateranese. Non vi erano invitati gli elettori, nè altro tedesco che Filippo di Baviera; e invece de' cavalieri germanici, genti di ogni nazione capitanate da Anton de Leyva; paggi e araldi spagnuoli aprivano il corteo; Bonifazio Paleologo marchese di Monferrato portava lo scettro; il duca d'Urbino la spada; la corona Carlo di Savoja, che a forza d'impegnare e imprestare erasi fatto un abito di 300,000 scudi538. All'imperatore servivano i maggiori nobili d'Italia, Medici, Pio, del Carretto, Gonzaga, Pico, Trivulzio, Dal Verme, Doria, Sanseverino. Colle rituali solennità unto del sacro crisma, Carlo ricevette la corona di Carlo Magno, in segno d'universal dominio sopra la cristianità, e giurò difendere i possessi, le dignità, i diritti del papa e della Chiesa539.
Sarebbesi detto rinnovato l'accordo fra lo scettro e il pastorale, mentre invece questo soccombeva a quello; andava spezzata la monarchia universale per dar luogo a principati nazionali, emuli astiantisi; l'Italia cascava ancella degli stranieri, e per l'ultima volta l'imperatore universale giurava lealtà e fede davanti all'universale ministro della verità e della giustizia. L'unità, come nella Chiesa, così era finita nel mondo; i principi sarebbero uomini, sostenuti soltanto dalla forza, combattuti dall'esame e dall'insubordinatezza, sbalzati da non più cessabili rivoluzioni, non fidenti che negli eserciti, sinchè venga il giorno che anche gli eserciti ragionino e discutano l'obbedienza, e si compia il trionfo dell'individuo, che surroga se stesso al bene comune.
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