Alla corroborazione della quale nessuno rimedio è di più autorità, più santo, e cagione di maggiori beni, che la convocazione del Concilio, quando si fa per cause, con mezzo e in tempo convenienti, per contrario nessuno più pericoloso, e per partorir maggiori mali, quando non concorrono le circostanze debite, o vi nasca qualche accidente che lo disordini. Le quali ragioni insieme con le altre allegate da cardinali predetti, avrebbono forse tenuto dubbio l'animo mio, se in me non avesse potuto più l'autorità di Vostra Maestà, la qual conoscendo io religiosissima, veramente cattolica, e devotissima della sede apostolica, e non meno prudentissima e circospetta, e considerando che, per trovarsi presente in quella provincia, per sanità della quale si propone questo rimedio, può facilmente intendere quello che li sia necessario, più che non possono coloro, che ne sono lontani, mi rendo certissimo che non desidererà, nè proporrà cosa che non sia utile al servizio e al bene universale della cristianità. E però, pregatala prima che esamini maturamente, e consideri molto bene quello che sia al proposito de' fini sopradetti, dico a Vostra Maestà che io son contento, che quella, in caso giudichi esser così necessario, offerisca, e prometta la convocazione del Concilio, con condizione però, secondo che scrive anco Vostra Maestà, che appartandosi da' loro errori, tornino incontinente al vivere cattolicamente, e all'obbedienza della Santa Madre Chiesa, e secondo i riti e dottrina di quella, infino a tanto che dal Concilio fosse determinato in altro modo, all'obedienza e determinazione del quale in tutto e per tutto si sottomettano; senza le quali condizioni è notissimo quanto saria scandaloso e di pessimo esempio a concedere il Concilio.
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