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      Da Roma, all'ultimo di luglio 1530».
      Ai 18 novembre tornava sul medesimo promettere, e soggiungeva: «Se convenisse che io da me solo ne deliberassi, confido tanto nell'amore e prudenza della M. V. che, senza aspettar altro, le direi assolutamente di voler seguire in tutto il consiglio e voler suo. Ma per esser cosa che tocca a tutta la Chiesa e la cristianità, prima che possa risolutamente risponderle è conveniente che consulti con li cardinali, e intenda bene l'inclinazione degli altri principi al Concilio»543.
      Intanto Clemente VII, che, come dice il Guicciardini, per troppa finezza di vedere, scorgeva tutte le possibilità e in conseguenza vacillava, cercavasi altri alleati. E prima sperò negli Svizzeri, e l'Aleandro al Sanga da Brusselle il 14 novembre 1531 scriveva: «Si trova per le istorie che le grandi eresie mai non si estinguono se non col sangue. Se Dio vuol far così ancor di questa, niun modo pare potesse esser miglior di questo, perchè, per esser gli Svizzeri vicini all'Italia, facilmente con ogni piccola cosa si potrà soccorrerli, e puossi veder buon conto dell'amministrazione del denaro, e andar porgendo ajuto alla giornata. Il che non saria così se l'impresa si fesse in mezzo alla Germania, e che più è, saremmo fuora di quel timore ch'era, se si faceva impresa generale contro Luterani, che la Germania tutta si unisse contro noi...... Quella parte di Svizzeri ch'avrà più archibusieri, ancor che sia in minor numero di picche, sarà vittoriosa, perchè si sa ben quanto gli altri Svizzeri temono e buttano giù le picche, visti gli archibusi.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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