Ora costoro, mentre furono in Napoli, per fare brigata maggiore di discepoli s'erano divisi in diversi pulpiti di scrittura santa: il Vermiglio in San Pietro d'Ara leggeva l'epistole di san Paolo ..... il Valdes leggeva in sua casa l'istesse epistole.... I nostri Padri scoprirono l'eresie in Napoli, essendo il nostro ordine acerbo persecutor dell'eresie, e che fa professione di difendere la fede cattolica. Il modo con che furono dai nostri scoperti, s'ha da sapere che Raniero Gualanda e Antonio Capponi, per la pratica che ebbero con Valdes e Ochino furono a pericolo anch'essi incautamente di essere macchiati un poco di quella pece. Ma perchè si confessavano dai Padri nostri in San Paolo, però i nostri che ne stavano sospetti si fecero riferire da loro tutto ciò che intendevano da quegli occulti eretici. In questo modo vennero a conoscere i nostri il mal seme che coloro seminavano, e le secrete conventicole d'uomini e di donne che facevano. Le quali da loro scoperte, e scritte al cardinale Teatino (Caraffa) in Roma, se ne fuggirono tutti di Napoli...... In Napoli se ne appestarono tanti, e particolarmente molti maestri di scuola che arrivarono al numero di tremila, come si riconobbe poi quando si ritrattarono.
«Il seme diffuso dall'Ochino fu coltivato da G. A. Mollio di Montalcino, e da frate Angelo francescano, confessore del vicerè, e da Lorenzo Romano, siciliano. Questi dapprima diffuse le sue opinioni sponendo i salmi e l'epistole di san Paolo, e diffondendo il Benefizio di Cristo, ma poi confessò i suoi falli al cardinale Caraffa, che l'indusse a palesar molte persone, anche di gran qualità, e far ritrattazione pubblica nelle cattedrali di Napoli e di Caserta».
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