Fuori di là, i Latiozi di Forlì aveano avuto il beato Pellegrino; i Malatesta di Pesaro la beata Michelina; i Borromeo di Padova santa Giustina; poi seguivano tutte le famiglie papali; poi, dove la storia venisse meno, supplivasi con tradizioni e sino con favole, quasi non s'avesse per casata insigne quella cui mancasse un santo. E per vero, qual più bel titolo di nobiltà che il contare fra gli antenati eroi da paradiso? e qual empietà il disperdere e profanare que' vanti e quegli avanzi degli avi! Il culto delle memorie non si rinega dalle nazioni, se non quando siano rese imbecilli dall'intrigo e dalla rivoluzione.
Ciò svogliava in generale gli Italiani dal buttarsi alla riforma. E poichè la grandezza maggiore, la potenza, la ricchezza all'Italia è sempre venuta dall'esser sede di que' pontefici, ai quali appunto si intimava guerra, l'interesse che vi spingeva i forestieri ne disamorava i nostri, che aveano anzi a indispettirsi contro questo Lutero, il quale accanniva le genti germaniche contro l'Italia, maestra e vittima de' compatrioti di lui.
Di queste ragioni umane si ammantò la grazia che Dio concedette al paese nostro di non unire, a tant'altre organiche divisioni, anche quella delle credenze e del culto.
Però l'Italia rimaneva ancora conquassata dalle intraprese dei tirannelli contro i popoli, per le quali i principati quasi da per tutto si erano sostituiti al governo dei più. La lotta non era finita allorchè cominciò a predicarsi la Riforma; e pel consenso che hanno fra loro le proteste contro l'autorità, poteva credersi che i reluttanti, e sopratutto i profughi, si alleerebbero coi dissenzienti, e cercherebbero introdurne le idee in patria.
| |
Latiozi Forlì Pellegrino Malatesta Pesaro Michelina Borromeo Padova Giustina Italiani Italia Lutero Italia Dio Italia Riforma
|