Viepiù poteano esservi spinti i Toscani, i cui oppressori temporali erano pontefici e cardinali; e i Romani, troppo spesso incapricciati di far dispetto al loro sovrano. Potevano così complicarsi la religiosa colla quistione politica; e ricondurre que' sciagurati momenti, ove un paese rimane governato da' suoi fuorusciti.
Nulla avvenne di ciò: e per quanto noi abbiam in altro luogo558 esaminato partitamente i maneggi de' rifuggiti, non incontrammo ombra di quest'alleanza.
Ma se l'amore delle novità non invase nè le plebi, nè i principi, e se quelli che si brigavano di regolare la propria fede erano pochissimi a fronte di coloro che ne usavano e ne viveano senza punto analizzarla, erra chi crede che la Riforma non abbia fra le Alpi avuto ed estensione, e conseguenze civili e politiche.
Se non che, mentre in Germania fu partito de' principi, in Francia partito de' nobili, in Italia fu principalmente da letterati. Dopo che la protesta fu formulata in Germania, la estesa reputazione de' dotti italiani fece che i novatori forestieri ne sollecitassero l'adesione, e cercassero qui divulgare le loro scritture, mentre la vivacità degli ingegni nostrali inuzzoliva delle nuove predicazioni. Alcuni di qua si tenevano in corrispondenza coi dotti tedeschi; e i cardinali Bembo e Sadoleto carteggiavano coll'erudito Melantone, il principale apostolo di Lutero, amante la pace e mediatore, ma senza iniziativa. Gli studenti tedeschi che qui, e principalmente a Padova e a Siena559 venivano a raffinarsi, e i nostri che s'addottrinavano nelle Università germaniche, servivano a trasmettere le nuove dottrine.
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