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      Si ha una lettera, che alcuni nostri da Bologna, nel 1533, scrissero al signor di Planitz, ambasciadore del duca di Sassonia all'imperatore, attestando di approvare la Chiesa protestante, e d'insistere pel Concilio563. L'anno stesso stampavasi in italiano il libro di Lutero dell'emendazione e correzione dello stato cristiano.
      La bolla di Clemente VII, del 15 gennajo 1530, deplora che in diverse parti d'Italia avesse attecchito la pestifera eresia di Lutero, non solo tra persone secolari, ma anche ecclesiastiche e tra regolari, mendicanti o no, a segno che alcuni con discorsi, e fino con pubbliche prediche infettavano altri. Pertanto autorizza gli inquisitori domenicani a procedere contro costoro, ed anche Carmelitani o d'altri Ordini mendicanti: possano istituire vicarj e comissarj abili, purchè di trent'anni; ed essi e questi possano assolvere i ravveduti. Maggiori privilegi concede ai Crociati, che dagli inquisitori s'erano istituiti ne' varj luoghi per averne ajuto e consiglio.
      Paolo III, con bolla del 14 gennajo 1542, confermava questi provedimenti informato che a Bologna, a Milano e in altri luoghi v'avea secolari e religiosi, che allegavano indulti e privilegi per tenersi immuni dalla giurisdizione degli inquisitori, e così proporre e disputare pubblicamente proposizioni scandalose, erronee e talvolta ereticali, con iscandalo e pericolo.
      Già abbiamo veduto come il cardinale Sadoleto si lagnasse della defezione degli spiriti: e il cardinale Caraffa dichiarasse a Paolo III che l'eresia luterana aveva infettato l'Italia, e sedotto non solo persone di Stato, ma molti del clero.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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