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      Non tenda a quello il tuo braccio severo:
      Tuo sangue sol mie colpe lavi e tocchi,
      E più abbondi quant'io son più vecchioDi pronta aita e di perdono intero
     
      Fra le sue carte, non di suo pugno ma su foglio ov'è altro scritto di lui, vedemmo questa preghiera:
      «O Padre altissimo, che per tua benignità mi facesti cristiano solo per darmi il regno tuo; di nulla l'anima mia creasti e incarcerasti quella nel misero corpo mio; donami grazia che, tutto quanto il tempo ch'io starò in questa carcere inimica dell'anima mia, nella quale tu solo mi tieni, che io ti laudi: perchè, laudandoti tu mi darai grazia di beneficare i prossimi miei, e di far bene in particolare agli inimici miei, e quelli sempre a te raccomandare. Concedimi grazia ancora, santissimo Dio, che avendo al partire passione corporale, io conosca che quelle non offendono l'anima mia; rammentandomi del tuo Figliuolo santissimo, che per l'umana salute morì tanto vituperosamente; e per questo mi consolerò e sempre lauderò il tuo santo nome, amen».
      Oh va, e fammene un protestante!
      Ne' suoi versi, per una mescolanza troppo solita a' nostri, ve n'ha molti d'amore: un amore alla petrarchesca, nel quale, vagheggiando il bello effettivo, pur si vuole elevarlo con idee platoniche. E tale fu quello ch'egli portò alla Vittoria Colonna; non scevero di passione quant'altri presunse, elevato certamente, e sublimato poi dalla morte. Da quella mirabil donna egli chiedeva consigli e sostegno, e dicevale:
     
      Ora in sul destro ora in sul manco piedeVariando, cerco della mia salute;


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





Padre Dio Figliuolo Vittoria Colonna