Ma oggi stesso, fra un popolo serio perchè libero di realtà non solo di istituti, chi volesse vedere come le quistioni religiose agitino profondamente i più gravi pensatori e i cuori più sensitivi, legga in Neumann, in Pusey, in Manning gli spasimi e le emozioni provate allorchè, nel 1851, si discuteva sulla necessità del battesimo, sulla autenticità e divina ispirazione delle Scritture, la colpa originale, le profezie, l'incarnazione dello Spirito Santo. Ed era l'età del vapore e dei telegrafi elettrici.
Qualcosa di siffatto accadeva in Italia nel secolo XVI; laonde furono confusi coi Riformati persone di gran pietà, che colla stessa austerità loro, col congregarsi a ragionare di Dio, coll'occuparsi d'indagini teologiche, protestavano contro l'indifferenza dei più. Molti della predicazione luterana non vedeano che il lato morale; una pietà forse inconsiderata, ma che vagheggiava la purezza perduta nella Chiesa; un desiderio di diminuire importanza alle cerimonie esteriori e alle opere suprarogatorie, d'altrettanto rialzando la pietà interiore; un deplorare le persecuzioni che si faceano all'Ochino o a Pietro Martire, mentre si tolleravano l'Aretino e il Franco; una profonda fiducia nei meriti di Gesù Cristo, senza avvedersi che essa perdea lode col repudiare l'autorità e i sacramenti da Lui istituiti: un gridare all'emendazione del clero, al depuramento del culto, pur senza voler menomamente distruggere i papi o i riti. Oltrechè ciò nulla ha a fare colla quistione dogmatica dell'unità, quanti non sono in ogni età coloro che adottano un principio, e non ne tirano le conseguenze570? Di tali intenzioni noi crediamo Marcantonio Flaminio.
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