O quante volte mi replica il signor legato: Certe deus nobis hæc otia fecit! O quanto gli siamo obbligati etiam hoc nomine! ed aggiugne sempre: Oh perchè non è monsignor Contarini con noi?»
E il Polo al Contarini da Carpentras scrive della cara compagnia del Priuli e d'altri: «Noi per nostra consolazione mutua avemo cominciato a conferire insieme li salmi di quel grande profeta e re, il quale Dio aveva eletto secundum cor suum, e oggidì eramo arrivati a quel salmo che comincia, Salvum me fac, Domine, quoniam defecit sanctus».
inoltre il cardinale Polo ringraziava esso Contarini a nome di tutta la sua compagnia «per il gran dono di carità il quale risplende più in quel santo negozio di Modena», alludendo certo al catechismo che il cardinal Contarini avea steso per gli erranti di Modena, come avremo a divisare. E infatto il Polo era tacciato di poco rigore verso gli eretici, ch'egli considerava come infermi, i quali bisognasse risanare.
Dell'indole stessa erano le unioni che il Polo teneva mentre, come Legato del patrimonio di san Pietro, sedeva a Viterbo; unioni che sono presentate come convegno di miscredenti. Da varie lettere che ce le dipingono leviamo qualche saggio, e prima da una del Polo al Contarini il 9 dicembre 1541: «Il resto del giorno passo con questa santa ed utile compagnia del signor Carnesecchi e monsignor Marcantonio Flaminio nostro. Utile io la chiamo, perchè la sera monsignor Flaminio dà pasto a me e alla miglior parte della famiglia de illo cibo qui non perit, in tal maniera che io non so quando io abbia sentito maggior consolazione nè maggiore edificazione: tanto che, a compimento di questo mio comodissimo stato, non manca altro che la presenza di vostra signoria reverendissima».
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