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      Questa sorta di gloriazione si conviene ai Cristiani; per la quale si esalta la misericordia di Dio, e si annichila la superbia umana, la quale s'innalza contra la cognizione di Dio, volendo gloriarsi di Dio e confidare in se medesima. Questa gloriazione ci fa umili nelle grandezze, modesti nelle prosperità, pazienti nelle avversità, forti ne' pericoli, benefici verso ognuno, stabili nella speranza, ferventi nell'orazione, pieni dell'amor di Dio, vacui dell'amor immoderato di noi medesimi e delle cose del mondo, e finalmente veri imitatori di Cristo, nella quale imitazione dobbiamo mettere tutto il nostro studio, riputando ogni altro studio, rispetto a questo, superfluo e vano.
      «Signor mio colendissimo, volendo io ubbidire alla lettera di vostra signoria ho fatto contro al mio istituto, perciocchè578 conoscendo per favor di Dio ogni ora più la mia grande imperfezione e la mia insufficienza, conosco ancora che a me conviene udire e non parlare, essere discepolo e non maestro. Ma per questa volta ho voluto che abbia maggior forza il desiderio di vostra signoria, che la mia deliberazione. Il reverendissimo legato ama vostra signoria come suo dilettissimo fratello in Cristo, e avrà gratissima l'occasione, che gli manderà il signor Dio di poter mostrare con gli effetti l'amor suo. Sua signoria reverendissima, e l'illustrissima signora marchesa di Pescara salutano quella, e questi altri gentiluomini con meco le baciano la mano, pregando con tutto il cuore il nostro signor Dio, che la faccia diventare con la grazia sua di gran lunga più povera di spirito che ella non è ricca di castella e di beni temporali, acciò che la povertà spirituale la faccia ricchissima de' beni divini, e sempiterni.


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Gli eretici d'Italia
Volume Primo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 608

   





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