Ma contro 'l voler suo ratto s'opponeL'altrui malizia; onde ciascun s'è accorto
Ch'egli senza il tuo ajuto adopra invano.
Adduconsi principalmente il Pianto della marchesa di Pescara sopra la passione di Cristo, e l'orazione sopra l'Ave Maria584 onde provare come ella aderisse alle dottrine nuove. Noi però osserveremo come ella assoggetti la sua ragione alla cristiana umiltà:
Parrà forse ad alcun che non ben sanoSia 'l mio parlar di quelle eterne cose,
Tanto all'occhio mortal lontane e ascose,
Che son sovra l'ingegno e il corso umano.
Non han, credo, costor guardato 'l pianoDell'umiltade, e quante ella pompose
Spoglie riporti, e che delle ventoseGlorie del mondo ha l'uom diletto invano.
La fe mostra al desio gli eterni e grandiObblighi, che mi stanno in mille modi
Altamente scolpiti in mezzo al core.
Lui che solo il può far prego che mandiVirtù, che sciolga e spezzi i duri nodi
Alla mia lingua onde gli renda onore.
E ancor meglio in quest'altro sonetto:
Quel pietoso miracol grande, ond'ioSento per grazia le due parti estreme
Il divino e l'uman, sì giunte insieme,
Ch'è Dio vero uomo, e l'uomo è vero Dio,
Erge tant'alto il mio basso desioE scalda in guisa la mia fredda speme,
Che 'l cor libero e franco or più non gemeSotto l'incarco periglioso e rio.
Con la piagata man dolce e soaveGiogo m'ha posto al collo, e lieve il peso
Sembrar mi face col suo lume chiaro.
All'alme umili con secreta chiaveApre il tesoro suo, del quale è avaro
Ad ogni cor d'altere voglie acceso.
Fu essa a Ferrara nel 1537 al tempo della duchessa Renata, che vedremo calda fautrice di Calvino, e forse per mezzo di essa legò relazione con Margherita regina di Navarra, corifea de' Riformati in Francia, e le diresse una lettera di questo tenore:
| |
Pianto Pescara Cristo Ave Maria Dio Dio Ferrara Renata Calvino Margherita Navarra Riformati Francia
|