E nelle sue poesie troviam invocati e Maria e gli Angeli e i Santi, nominatamente Caterina e «Francesco, in cui, siccome in umil cera, con sigillo d'amor sì vivo impresse Gesù l'aspre sue piaghe»: e manda in regalo un Redentore, e altra volta:
L'immagin di Colui v'invio che offerseAl ferro in croce il petto, onde in voi piove
Dell'acqua sacra sua sì largo rivo.
Ma sol perchè, signor, quaggiuso altrovePiù dotto libro mai non vi s'aperse
Per lassù farvi in sempiterno vivo.
Il Boverio, annalista de' Cappuccini, ci racconta come a Ferrara la Colonna tolse a proteggere i Gesuiti, introdotti di fresco, e assistette anche di denaro i Cappuccini, a favor de' quali (egli racconta) s'adoprò acciocchè potesse raccogliersi il loro capitolo generale del 1535, sollecitatavi da frà Bernardino Ochino, che poi apostatò; a tal uopo essere ella andata anche al papa, ed espugnatone l'ordine di adunarlo. Noi potremmo opporre che ad essa è dedicata la Nice di Luca Contile, opera tutt'altro che casta, sebben l'autore fosse secretario del cardinal di Trento.
Ritirata, come dicemmo, nel convento di santa Caterina a Viterbo, la Colonna v'avea frequenti colloqui col cardinale Polo ivi residente e col Flaminio586, col Carnesecchi ed altri amici di lui, studiosi della Scrittura. Non è superfluo l'addur questa lettera di essa al cardinale Cervini, che fu poi papa Marcello II:
Da Viterbo il 4 dicembre 1542.
«Illustrissimo e reverendissimo monsignore,
«Quanto più ho avuto modo di guardar le azioni del reverendissimo monsignor d'Inghilterra, tanto più mi è parso veder che sia vero e sincerissimo servo di Dio.
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