«Avendomi detto che non lo laudi mai, mi bisogna tacere. Che se in questa materia avessi potuto allargarmi, vostra signoria reverendissima avria visto il caos d'ignoranza ove io era, e il labirinto di errori ov'io passeggiava sicura, vestita di quell'oro di luce, che stride senza star saldo al paragone della fede, nè affinarsi al fuoco della vera carità: essendo continuo col corpo in moto per trovare quiete, e con la mente in agitazione per aver pace. E Dio volle che da sua parte mi dicesse Fiat lux, e che mi mostrasse esser io niente, e in Cristo trovare ogni cosa».
«.....Sapendo io il credito che monsignor ha alla signoria vostra e la reverenza che monsignor Luisi (Priuli) e monsignor Marcantonio (Flaminio) le hanno, la supplico a tenerli spesso ricordati che attendano con ogni possibil diligenza alla sua guardia, lasciando in questo a sua signoria la guardia severissima della sua intrepida fede, considerando che Dio gli ha eletti fra tanti altri suoi servi a custodire questo membro suo, il qual a me pare che faccia sempre male, come che si muova o a dextris secondo lo spirito suo, a sinistris secondo la carne mia.....»
E al cardinale d'Inghilterra:
«Sa il Signor nostro che per altro non desidero eccessivamente di parlar con vostra signoria se non perchè vedo in lui un ordine di spirito, che solo lo spirito lo sente: e sempre mi tira in su a quell'amplitudine di luce, che non mi lascia troppo fermare nella miseria propria: anzi con sì alti sostanziosi concetti mi mostra la grandezza di lassù e la bassezza e nichilità nostra, che, vedendo noi stessi e tutte le cose create servirci a questa, bisogna trovarci soli in Colui che è ogni cosa.
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