Nell'infando saccheggio di Roma, i Teatini correano per le piazze col Crocifisso, mitigando i ladroni e confortando i soffrenti. Un Tedesco, ch'era stato in Vicenza a servizio dei Tiene, suppose che Gaetano dovesse posseder grandi ricchezze, e menò suoi camerati a saccheggiarne la cella, e non trovandovi nulla, lui spogliarono e oscenamente torturarono, e i maggiori strapazzi usarono a' suoi compagni. Gaetano partì dalla desolata Roma co' suoi cherici e con null'altro che il breviario, e a Venezia furono ricoverati in San Nicola di Tolentino, dove crebbero ben presto. A Milano il cardinale Antonio Trivulzio fabbricò apposta per essi la chiesa di Sant'Antonio. A Napoli entrati nel 1533, collocaronsi a Santa Maria della Stalletta, sussidiati da Antonio Caracciolo conte d'Oppido e da Maria Francesca Longa, fondatrice dell'ospedale degli Incurabili; ma per ristrettezze stavano per andarsene, quando il vicerè Toledo affidò loro la parrocchia di San Paolo (1538). Ivi Gaetano combattè il Valdes, l'Ochino e la restante compagnia; istituì spedali e il Monte di pietà: morto ch'egli fu, e santificato come primo riformatore del clero secolare, se ne estese il culto; molte città lo tolsero a compatrono, e a Napoli gli fu eretta una statua di bronzo sulla piazza di San Lorenzo, e l'immagine su tutte le porte della città: ben presto i Teatini ebbero da per tutto e scuole e missioni; e col loro nome (Chietini) si dinotarono, da chi per rispetto, da chi per dispregio, i cristiani più fervorosi.
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