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      San Carlo dichiarò aver tratto da quelli le norme per avviarsi all'apostolica perfezione, e ne faceva ogni giorno soggetto di meditazioni: Paolo III gli approvò colla bolla speciale Pastoralis officii.
      Accortosi di quanto vantaggio potesse tornargli questa milizia, incondizionatamente devota, il papa di privilegi la favorì nel fondare case e collegi, talchè quando Ignazio morì, contavansi più di mille Gesuiti, distribuiti in dodici provincie: Portogallo, Germania alta e bassa, Francia, Aragona, Castiglia, Andalusia, Indie, Etiopia, Brasile, e tre di lingua italiana; cioè la siciliana, l'italiana propriamente detta che comprendeva l'alta Italia, e la romana, immediatamente sottoposta al generale col collegio romano e col germanico, in cui si educavano ventiquattro Tedeschi alle dignità e fatiche ecclesiastiche, e con case per professi e novizj, e v'apparteneva anche Napoli. Claudio di Jay va ad estirpare da Brescia la pullutante eresia; dove Francesco Strada cento e più giovani guadagna a Dio; e a Ghedi, ove si toglieano in burla i predicatori, egli, col lasciare via i fioretti e la retorica, e col venire alle strette, ottiene copiosissimi frutti, come nella restante terraferma veneta. A Ferrara il duca e il popolo del pari gli ammirano e seguono. A Macerata festeggiandosi con isfrenata profanità il carnevale, alcuni Padri esposero il Sacramento, con preci ed istruzioni tali, che il popolo per assistervi abbandonò balli e maschere, e ne cominciò una devozione, che molto propagossi.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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