Pagina (25/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Questi riformatori non si ascondono nel deserto come i primi anacoreti; non si approfondano nella povertà come i Francescani, ma gettansi nel mondo, fra la società colta e gaudente, pure accorrendo a Roma a chiederne l'ispiramento e la sanzione; proclamando così i due grandi canoni della visibilità della Chiesa e della sua autorità.
      Varj i mezzi di organamento, tutti però aspirano alla riforma, e con concetti opposti a quelli de' Protestanti; tutti alla santità del principio religioso e sociale congiungono quello della peccabilità dell'uomo. Disputino i teologi se le opere sien necessarie o no alla salute: intanto essi operano, e più della contenzione irritante adoprano la carità pacificante. Di tal guisa la fede veniva suscitata dalla parola, avvivata dalle opere, e non cercavasi soltanto di formare consorzj che leggessero la Bibbia, ma che imitassero Cristo e acquistassero lo zelo e l'abnegazione, che sono necessarj alla salute propria e a quella del prossimo23.
     
     
     
      DISCORSO XXII
     
      GIULIO III. MARCELLO II. PAOLO IV.
     
      Morto Paolo III. settantacinque giorni durarono nel conclave l'arruffamento tra la fazione imperiale e la francese, e le promesse e transazioni, finchè Giammaria Ciocchi dal Monte, già passato per le maggiori e più scabrose dignità, ottenne la tiara col nome di Giulio III (1551). Egli mandò Girolamo Franchi agli Svizzeri annunziando di aver assunto quel nome in onor di Giulio II ad essi tanto caro; volere una guardia di loro alla sua persona e a Bologna, e sollecitavali ad inviare i loro prelati alla seconda sessione del Concilio di Trento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Francescani Roma Chiesa Protestanti Bibbia Cristo Paolo III Giammaria Ciocchi Monte Giulio III Girolamo Franchi Svizzeri Giulio II Bologna Concilio Trento