Ma i giusti saranno premiati secondo l'opere loro, in quanto che quelli che avranno fatto migliori opere, avranno tanto migliore lume della bontà di Dio, e con maggior fede abbracciato per suoi li tesori di Cristo: però se ne saranno insignoriti, li goderanno con maggior sentimento spirituale, e saranno più felici, ma non già per la degnità delle loro opere, ma per la degnità d'esse opere di Cristo, e per mera bontà e misericordia di Dio. Però, benchè possiamo satisfare alcuna volta ai debiti e obblighi che abbiamo con gli uomini, e appresso d'essi meritare qualche grazia, nientedimeno non possono in modo alcuno satisfare a uno de' minimi obblighi e debiti, che abbiamo con Dio, nè meritare appresso a lui una minima grazia: immo di continuo crescono gli obblighi nostri; e rimosso Cristo, tutte l'opere nostre, passate alle bilancie della divina giustizia, sono degne di punizione.
«È pure vero questo che, se avessimo a gloriarci dell'opere, io potrei gloriarmi sopra molti altri, imperocchè come Paolo facevo profitto nel mio giudaismo sopra molti miei coetanei: ma ora col medesimo Paolo, reputo come fango tutte l'opere e giustizie mie, nè cerco se non di possedere Cristo con fede per mio, ed essere trovato in esso ricco, non delle mie giustizie e opere, ma delle sue.
«In cospetto di Dio adunque non vedo altre satisfazioni che quelle di Cristo, nè altre indulgenze se non quelle che per lui abbiamo, e solamente in Cristo vedo esser purgati li peccati de' suoi eletti e pienamente. E se Dio alcuna volta li castiga, non è per satisfarsi nè purgarli de' peccati, o della pena ad essi debita, essendosi tutto adempito a sufficienza e superabbondanza in Cristo, ma per svegliarli, umiliarli, perseverarli e esercitarli in tutte le virtù, con farli ogni dì più perfetti.
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