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      E pel nome e per la gloria di Cristo, e per chiarire la verità delle cose celesti ho io patito ben più di quello che sia di fede aver patito l'uomo o alcun degli apostoli. Nè, se a me non è conceduto come ad essi di far miracoli, meno fede dovete aver a me che ad essi, giacchè noi insegniamo le cose stesse dallo stesso Dio ricevute, ed è miracolo abbastanza grande l'aver noi sofferto quel che patimmo»60. Fin a tal punto spingeva la superbia!
      Fu de' più bei trionfi della Chiesa nel medioevo l'aver sostenuto l'indissolubilità del matrimonio, a fronte delle principesche lubricità. Ma già Lutero, per ingrazianirsi il landgravio d'Assia, aveva approvato la bigamia: ora l'Ochino, nel xxi de' suoi Trenta dialoghi, sostenne che un marito, il quale abbia moglie sterile, malescia, insopportabile, deve prima implorare da Dio la continenza; e se tal dono, chiesto con fede, non possa ottenere, può senza peccato seguire l'istinto, che conoscerà certamente provenire da Dio, e prendersi una seconda moglie senza sciogliersi dalla prima61.
      Era una bassa condiscendenza a Sigismondo, re di Polonia, inuzzolito di nuove nozze: e meritò all'Ochino lo sdegno di molti cattolici, e principalmente del cardinale Osio gran difensore del regno d'Ungheria. Il quale ne scrisse dissuadendo esso re, e mostrando qual pregiudizio ne deriverebbe a tutto il paese. «Non credo che nel nostro secolo siavi stato più pestilente eretico di quell'empio Bernardino Ochino, che osò fin richiamare in dubbio se esista Dio, e se si prenda cura delle cose umane.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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