Tu se' in vicinanza dell'Italia, e puoi mandarvi ciò che credi. Qui fra gl'incomodi della vecchiaja troverai pace e calma», e continuava con ragioni che molto valsero sul Vermiglio.
Il quale ruppe i legami con una città, che per lungo tempo era stata il campo della sua attività e dove lasciò onorata memoria, massime tra i rifuggiti inglesi e italiani. Il suo discorso di congedo eccitò la commozione di tutti; e alquanti anni dopo, Wigand Orth professore di Marburgo scriveva allo Zanchi: «Parmi ancora veder le lacrime che professori e studenti versarono; molti consideravano come inabissata questa scuola da che spegnevasi un tanto lume. E davvero fu grande sbaglio il lasciar partire un tal uomo, un teologo, qual la Germania presente non ne possiede un altro»73.
E Bullinger a Giovanni Travers di Zus: «Morto Pellicano nell'integra e sincera confessione della fede, in suo luogo a professar lettere sacre ed ebree fu chiamato Pietro Martire, che venne a noi il mese passato, e fu accolto con pubblica allegrezza. Ora professano a vicenda due persone incomparabili; Teodoro Bibliander e Pietro Martire: e questo espone le storie, quello spiega i profeti; entrambi con rara cognizione delle lingue e perizia delle Scritture; entrambi eloquenti ed esercitatissimi in ogni arte e disciplina, sicchè riportano somma lode».
Nel discorso inaugurale, Pietro Martire esponeva la propria vita, e quali lotte ebbe a sostenere in Italia per giungere alla conoscenza della verità, ma ciò che poteva opprimerlo servì invece a saldarlo nella fede, per ajuto dello Spirito Santo: mostrava come i tanti dottori di Parigi, Lovanio, Salamanca, Bologna, Padova insegnassero tutt'altro che la vera teologia, a confronto di quelli che la spiegano in Isvizzera.
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