Questa regina era Caterina de' Medici, sua concittadina. Chiamato da lei, le s'ingnocchiò davanti, come di costume; ed essa con lui depose l'orgoglio consueto, e lungamente gli favellò in italiano. Egli la esortò a farsi coraggio, e professare la religione pura, col che gioverebbe non alla Francia solo, ma a tutta la cristianità: che Dio poteva compiere l'opera sua anche senza i principi, pure voleva a questi offrire il mezzo di adempiere il loro dovere. Caterina rispose che anch'ella desiderava si conoscesse la verità, e per tal proposito aveali radunati, e per avere consiglio del come assodare la pace senza ledere gli avversarj. Difficile cómpito suggerire un mezzo che piacesse ai Protestanti e non costasse ai Cattolici! Nè il Vermiglio lo sapeva, e rispondeva: «Ignoro se un tale spediente esista; esistesse anche, poco io aspetto dalla buona volontà degli avversarj. Ma Cristo stesso disse che non era venuto a portar la pace, sibbene la spada. Abbracci ella la vera religione, e non avrà sudditi più fedeli che i Protestanti.
E Caterina: «Nol posso credere: gli Ugonotti han preso le armi di nuovo.
Martire. «Purchè Vostra Maestà stabilisse d'aprir la via alla verità, Iddio manderebbe subito la pace.
Caterina. «Se tu non credi che la Chiesa possa esser riformata dai prelati, dammi un parere sulla soluzione di questa difficoltà.
Martire. «Concedete ai Protestanti la libertà di religione, e la verità si farà da se medesima manifesta, ne più sarà mestieri di colloqui o disputazioni».
Così il discorso procedea sulle generali; se non che Caterina pensava potesse dai Cattolici farsi adottare la confessione augustana, ma Pietro Martire assicurava non potrebbe mai da Roma prendersi come base dell'unità quella ch'era stata condannata come eresia.
| |
Caterina Medici Francia Dio Protestanti Cattolici Vermiglio Cristo Protestanti Caterina Ugonotti Vostra Maestà Iddio Chiesa Protestanti Caterina Cattolici Pietro Martire Roma Caterina
|