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      Lasciamo all'immaginazione il distacco, ove mescolavansi gli affetti di parentela e di patria coi sentimenti religiosi opposti, e lottavano due convinzioni pertinaci. Col cuore lacerato e chi restava e chi partiva, si divisero per sempre.
      Tragittatosi di nuovo a Lesina, passò rapidamente a Venezia, ove trovò una lettera di Calvino, che mostravasi sospettoso dell'indugio, e anelare al pronto suo ritorno, persuaso avrebbe alle affezioni del cuore preferito la volontà del Signore. «In grande angustia m'avea posto la vostra gita a Vico; e che cosa non avrei fatto per impedirla? Ma il Signore vi ha invigorito a resistere alle insinuazioni mondane. La vostra assenza riuscì penosissima ai vostri nuovi compatrioti». E segue narrando come avesse dovuto citare avanti al Concistoro Giorgio Biandrata, Silvestro e Gian Paolo; e quanti scandali nascessero dai dissensi di costoro e di Valentino Gentili, che disseminavano errori conformi a quelli di Serveto: che Gentili fu imprigionato; il giovane Nicolò Gallo di Sardegna rinegò le falsità di cui era accusato. Torni presto, che spera col suo ajuto ristabilire la pace (19 luglio 1558).
      Fu dunque il Caracciolo accolto a Ginevra con grandi dimostrazioni. Poco dopo consultò Calvino, Pietro Martire, lo Zanchi, se, attesa l'ostinazione di sua moglie, potesse repudiarla; molto esitarono, discutendo sul passo della prima lettera ai Corintj, vii, 12; Se alcuno ha moglie infedele, ed ella consente abitare con lui, non lascila: e malgrado altri passi della Scrittura ove è detto, Ciò che Dio congiunse, l'uomo non separi, prevalse quel di san Matteo xix, 29: Chiunque avrà abbandonato o casa, o fratelli, o padre, o moglie, o figliuoli pel mio nome, ne riceverà cento cotanti, ed erediterà la vita eterna.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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