Quella Corte soleva piacersi di quistioni teologiche. Una che si dibatteva internamente era quella dell'immacolata concezione di Maria Vergine, sostenuta dai Francescani, impugnata da alcuni Domenicani; il che non è imputabile all'Ordine nè alle persone, attesochè, la Chiesa non avea ancor definito, onde dicea sant'Antonino, non sit determinatum per Ecclesiam Virginem esse conceptam in peccato originali, vel non: propter quod, absque præjudicio salutis, licet unicuique tenere alteram opinionem quæ sibi placeat89. Ercole duca di Ferrara volle sentire discuterne; e l'opinione contraria fu argomentata da Vincenzo Bandelli, che fu poi generale dei Domenicani, mentre san Bernardino da Feltre propugnava l'immacolato concepimento. Nulla si conchiuse, ma il Bandelli pubblicò una relazione della disputa, che fu proibita da Sisto IV come ingiuriosa ai difensori del privilegio.
Ciò accadeva nel 1476: l'anno dopo, Sisto IV lasciò tenerne novamente discussione in sua presenza, e contro Francesco da Brescia, generale dei Francescani, silogizzò ancora il Bandelli, il quale poi stampò nel 1494 un uffizio, da sostituire a quello approvato da Sisto IV dell'immacolata concezione, ove sosteneva che Maria fu concepita nel peccato originale, e fu santificata dopo la sua animazione. Anche nel 1494, in presenza del duca Ercole, fu tenuto a Ferrara un sinodo di tutti i frati della provincia sotto il maestro Gioachino Torriano, con molti dotti, alla cui testa Giovan Pico della Mirandola; sostenendovi tesi principalmente quel che poi fu il cardinale Cajetano, contro cui altre volte disputò frà Bartolomeo Spina.
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