... E del Vergerio ricorre la vita, da nemico, imputandolo di denari frodati, di delitti d'ogni sorta. Non credansi: ma neppur si credano quelli ch'egli appone a noi; si esamini; singolarmente non gli si presti fede ove dice che gli Italiani sprezzano e ingiuriano i Tedeschi, de' quali amplia le lodi; ma nega quel ch'essi dicono degli Italiani, confondendoli con coloro che van fuori a sparger errori, pregiudizj, empietà. E appunta il Vergerio, che gli Italiani aveano respinto da sè come il mare vomita un cadavere, spacciò che non poteva tollerare, egli così santo, i vizi e le scelleraggini degli Italiani, e per questo abbandonò le prospere sue fortune, e venne in Germania onde aver libertà di credenza. Il che avviene di molti Romani, che stimando sè e il proprio ingegno molto sopra del vero, lagnansi di non esser chiamati a Roma e ai sommi onori: e quando non si vedono onorati quanto vorrebbero, mettonsi a declamar contro il papa e i primati, e vengono a vantarsi in Germania dove sono sconosciuti, magnificando i comodi e gli onori che lasciarono per la religione. Ma almeno facessero qualche eccezione pei buoni, che pur si trovano in Italia.
Il Casa, vecchio e caduto dalla speranza di «mutare il cappello verde in rosso», si ritirò a Narvesa componendovi sonetti pieni di disinganno e diceva di sè: «Peccai da giovane, m'accusano da vecchio».
All'ira del Vergerio divengono sovente bersaglio i moderati, i neutrali, i tepidi, che mentre disapprovano le idolatrie papistiche, pur non osano abbracciare il vangelo; vogliono riforme, ma solo ove ad essi pare.
| |
Vergerio Italiani Tedeschi Italiani Vergerio Italiani Italiani Germania Romani Roma Germania Italia Casa Narvesa Vergerio
|