E così furono interpretati i più difficili libri della lingua latina, e fra gli altri Plinio dal principio al fine, e i più difficili della lingua greca. Si leggeva senza pompa di parole, di prologo, nè s'interpretavano se non i passi più difficili, sopra i quali ognuno degli ascoltatori poteva dir liberamente il parer suo, e si faceva giudicio delle cose lette, e specialmente delle cose de' poeti, approvandole o riprovandole. Il qual giudicio era di gran giovamento a' giovani, de' quali alcuni sono riusciti uomini valenti. Fu egli autore che s'ordinassero certe cene a certi tempi dell'anno, nelle quali interveniva solamente un certo numero di persone, che per l'ingegno potessero ubbidire alla legge delle cene, e ciascuno della brigata faceva la sua cena, la quale, per legge ordinata e approvata da tutti, era limitata e di quantità, e di qualità di vivande e di giuochi e di simili cose. E in ciascuna cena era proposto alcuno esercizio ingegnoso, come che ciascuno dovesse comporre epigramma greco o latino, o sonetto, o madrigale sopra alcuna o alcune vivande recate in tavola, o che niuno potesse domandar da bere se non in quella lingua che il signor della cena prima domandava, nè domandare con quel modo di parlare col quale fosse stato domandato o da lui o da altri altra volta; nè gli era dato se non ne domandava; che ciascuno dovesse dire tutti i proverbj che erano intorno ad alcuno animale terrestre o acquatico o celeste, o tutti i proverbj che sono intorno ad un mese o ad alcun santo o ad una famiglia della città, o che ciascuno dovesse dire una novella della vita di Tommaso dal Forno vescovo Gerapolitano, e simili cose».
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Plinio Tommaso Forno Gerapolitano
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