E che è laudabil cosa a dir l'uffizio della Madonna e la Salve Regina mater misericordiæ, con altre orazioni approvate dai santi pontefici. Conseguentemente abiuro e rinego quelle eresie dannate da santa Chiesa, che falsamente affermano contro a quello che di sopra ho affermato, e così ogni altra eresia».
Peggioravano la causa buona certi frati che, per gelosie d'ordine, contendevano fra sè dal pulpito, l'uno disapprovando l'altro; e alla cautela presa che nessuno montasse in pergamo senza licenza del vicario generale non si badava. Tra quegli oratori fu l'Ochino, che nel 1541 al 28 febbrajo passando per recarsi a Milano, fu chiesto di predicare in duomo, e v'attirò folla grandissima, e l'accademia lo pregava a restar la quaresima, del che egli non potè compiacerli.
L'avvenimento capitale in Modena era dunque il predicatore. Parlava ortodosso? veniva fischiato. Era dissenziente? veniva applaudito, ma denunziato e costretto a disdirsi. Fra altri, Giovanni Berettari Poliziano, modenese, contato fra' migliori poeti e maestro in casa Molza, datosi tutto alle sacre carte, spiegava le epistole di san Paolo con gran concorso, e disse pure che le preghiere in latino non poteano piacere a Dio. Per questo citato dal sant'Uffizio e non comparso, in contumacia fu condannato il 2 aprile 1541. Corse a Roma, e coll'assistenza del poeta modenese Molza, che stava col cardinale Farnese, ebbe dichiarazione d'innocenza. Sottoposta però la sua causa a nuovo esame, venne obbligato a ritrattare alcune proposizioni.
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