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      Alessandro Milani155 al 3 luglio riflette come i suoi studj sieno di lettere mondane anzichè di sante scritture, e come ami la pace, «la quale non potrebbe essere da maggior incomodo turbata che da quello che la novità delle opinioni apporta»; che la vita sua «nelle cose esteriori non si parte dalle consuetudini della sacra romana Chiesa».
      Il Da Porto ai 7 luglio 1542 volgeva al Sadoleto questa lettera: «Le mie opinioni Dio conoscitor ottimo delli umani cuori sa se nuove o sinistre le sieno; e quando ben fossero, per il mio gran silenzio e per la natural inclinazione mia, nemica di dar disturbo e d'offender persona vivente, non potrebbero nuocer ad alcuno, non che facendo tutto il contrario; conciosiacosachè io nè in opinione, nè in fatti, nè in detti mai mi sia discostato, nè sia per discostarmi da quel che ha tenuto e tiene la Chiesa cattolica, sì perchè mi pare che la professione cristiana lo richieda, come per vedere che, altrimenti operando, non vi sarebbe nè l'onore, nè l'utile mio: nè posso farmi a credere che quei gentiluomini, che alla mia disciplina hanno affidato ed affidano il loro sangue e li loro figliuoli avessero ciò fatto se di me avessero pur una minima suspizione d'empietade».
      Con maggiore ampiezza risponde il Grillenzoni ai 3 luglio, narrando come, dodici anni fa, capitato a Modena un crotoniate che sapeva di greco, egli, il Castelvetro, il Falloppio ed altri sel presero a maestro. Il vulgo diede a quest'unione il nome d'accademia, e i maligni aggiungevano che interpretassero le sacre scritture.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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