Ed ordinai a questo librajo che me ne facesse venire assai, e avendolo mostrato al mio vicario, il quale era stato 30 anni in questa città, e fu sempre buon cattolico, mi disse che il libretto gli pareva molto spirituale, e ad ognuno che lo leggeva pareva il medesimo.
Dopo qualche tempo mi pervenne alle orecchie che si mormorava contro questo libro, ed io era già ritornato a Roma, e parlando al reverendissimo Cortese, il qual era uno de' reverendissimi inquisitori, per saper il parere di sua signoria reverendissima, mi disse le formali parole: «Quando la mattina mi metto il giuppone, io non mi so vestire di altro che di questo Beneficio di Cristo». Ma perchè la mormorazione del libretto perseverava, e perchè vedeva diversi pareri, lo lasciai, e mai più l'ho veduto, e con verità posso dire che non mi ricordo che cosa contenga, altro che quella esortazione a ricever il Corpo e Sangue del nostro Redentore. E se il libro fosse stato proibito, o se io avessi compresa qualche malignità in esso, non l'avria lasciato vendere. Però questo si ha da imputare a mera malavvertenza e trascuraggine, come ancora mi è avvenuto in un altro libro che io sempre ho reputato buono e santo, che è il Concilio Coloniense, il quale da monsignor Giovan Matteo (Giberto) vescovo di Verona fu fatto stampare, e dato alli suoi curati, e poco fa ho inteso che vi son cose mal dette dentro e sospette di eresia, per non dire eresie. E come ancora pochi giorni fa fui avvertito che nelle prediche del Savonarola erano molto eresie, quali sinora non sono state manifeste.
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