Č vero che domandava qualche volta di tal dubbio, poi mi risolsi in san Tommaso che li Santi intendono le cose di qua in Dio, e restai da me stesso quietissimo e senza alcuno scrupolo, come ancora restai quieto nella Salve Regina, la quale non lasciai mai dopo l'offizio, se non quando, in luogo di quella, dicevo Regina cli lętare ecc., secondo il tempo, benchč pił volte dicessi senza pensamento, quasi con ognuno con cui occorreva, ch'io avrei desiderato che quelle tre parole vita, dulcedo et spes nostra avessero detto vitę dulcedinis et spei nostrę, congiungendosi a quelle mater misericordię, perchč si sariano potuti intender quegli attribuiti a Cristo, il quale propriamente č vita, dulcedo et spes nostra, secondo dicono infiniti luoghi della Scrittura, del quale Cristo ella č madre. Ma ancora in questo non pigliava scrupolo perchč sapeva che, per partecipazione, si possa dire quelle parole non solo della Madonna, la quale č madre di Dio piena di grazie, e sempre vergine gloriosissima, ma ancor degli altri Santi, come diceva il Salvator nostro di sč stesso, Ego sum lux mundi, e poi diceva agli apostoli Vos estis lux mundi, ma ad un altro modo pił misterioso, e per sola partecipazione, non per proprietą nč per natura.
E perņ ho detto la Salve Regina come la sta, e l'ho fatta dir e cantare in tutte le mie chiese secondo il consueto, e quando mi son trovato presente sono sempre stato inginocchiato mentre si cantava: e questo l'ho fatto in Germania quando mi č occorso trovarmi presente, e la cosa sta cosģ in fatto, sebben forse quelle mie parole possono aver messo dubbio di me nell'animo d'alcuno, come fece ancora nell'animo di don Lorenzo Davitico, al qual ragionando dissi puramente: A me piace s'abbia ricorso ai Santi, ma sento non so che maggior contento quando ricorro a Cristo, e a lui effondo il cuor mio.
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