Credo che questi atti siano tra le mie carte: almeno erano altre volte.
Ritornerò ancora alla conversazione de' sospetti. Ebbi amicizia col vescovo di Bergamo Soranzo, la qual amicizia fu fino da Padova nel 1514189 quando andai per studiare, e lo sa il reverendissimo di Carpi, il quale esso ancora in quel tempo era a studio. Dopo la rinnovai qui, ch'esso era camerario del papa: poi fu fatto vescovo. Mi meravigliai assai che faceva molto del riformato, e sempre parlava di Gesù Cristo: all'ultimo si cominciò a scoprire ch'egli era luterano, e fu chiamato a Roma e posto in Castello. Venne una volta a visitar me, e voleva che fosse lecito alli preti pigliar moglie, e diceva che il cardinale Sfondrato n'avea tollerato uno. Io gli contraddicevo, e non poteva patirlo: ma dopo, per quanto intendo, si ritrattò di questo e di altri articoli e fu liberato, nè io ho avuto più commercio con lui.
Ho ancora avuto amicizia della marchesa di Pescara, la quale a Napoli, quando fui eletto vescovo di Modena, mi donò due rochetti e un breviario, e fu nel 1529. Suo marito il marchese era stato la rovina di mio padre a Milano190: nondimeno andavo a visitarla qualche volta nella chiesa di Sant'Anna: da' suoi ragionamenti conosceva ch'ella avea avuto amicizia con frà Bernardino da Siena, e dubito ch'avesse anco avute delle sue opinioni: meco però non si scopriva, e la maggior parte delli suoi ragionamenti erano di cose di Stato, delle quali faceva professione grande, o del reverendissimo Polo, dal quale mi disse una volta ch'aveva ricevuto la salute sua, perchè l'avea fermata e ritirata di molte vane fantasie.
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