Ma perchè il papa non cessava di domandare glielo consegnassero, la repubblichetta il consigliò di mutar aria. Entrato negli Svizzeri, fu maestro e rettore alla scuola di Losanna, poi di Basilea nel 1547, donde più non si scostò, per quante offerte ricevesse. Una volta ardì ritornare a Lucca per prendervi la moglie e i figliuoli; ma mentre si riposava a Pescia, ecco il bargello del sant'Uffizio presentarsi per arrestarlo. Egli non si perde d'animo, ma afferrato un coltello da tavola, profitta della sorpresa degli sgherri e si salva.
Molte opere di libertà protestante lasciò, fra cui sono una rarità Pasquillorum tomi duo194, raccolta di pasquinate e satire varie, edite dall'Oporino nel 1544. Di là venne la reputazione delle pasquinate, e diversi scritti, si pubblicarono con titoli simili, e principalmente il Pasquino in estasi. A Basilea egli stampò De amplitudine regni Dei, dove sosteneva che il numero de' salvati è molto maggiore che quel de' dannati, onde gli fu gridata la croce addosso dal Bullinger, dal Vergerio, da altri, tacciandolo di pelagiano. Trattò Della antica autorità della Chiesa di Cristo; stese varj opuscoli, fra cui una «Lettera ai fratelli, i quali pel regno di Babilonia sono sparsi»; parafrasò l'inizio del vangelo di san Giovanni; pose una prefazione di dodici pagine a Le cento et dieci diuine considerationi del s. Giouani Valdesso ne le quali si ragiona delle cose più utili, più necessarie et più perfette della christiana professione, ch'egli forse avea tradotte, e che, sebbene senza data, pajono stampate dall'Oporino o dal Guarino195.
| |
Svizzeri Losanna Basilea Lucca Pescia Uffizio Pasquillorum Oporino Pasquino Basilea Bullinger Vergerio Chiesa Cristo Babilonia Giovanni Valdesso Oporino Guarino Lettera
|