Esco adunque; pel salotto vo tentone, finchè per un'altra porta m'imbattei nella scala; discendo, e trovo la porta chiusa con saldissimo chiavaccio.
L. In somma tenevi il lupo per l'orecchie.
P. Sì, se Cristo non mi avesse ajutato. Risalgo la scala, e nel montare mi s'offre una finestra, la cui altezza argomentai dai gradini, poichè la notte era così buja, che non potevo veder il piano del cortile: da questo alla finestra non v'avea più di diciotto piedi, onde risolto d'avventurarmi, prima gettai la cappa perchè mi riparasse, poi io dietro.
L. E nulla t'accadde nel salto?
P. Nulla, per Dio grazia. Subito vo dritto alla porta di mezzo, se mai fosse chiusa solo a stanga di dentro, come si suole: ma invece vi era e catenaccio e chiave. Allora giro per l'orto e tento i muri, ma invano. Già avevo perduto un'ora, e stanco e più morto che vivo, non cercavo più di camparmi ma d'uscir di vita. E perchè sorridi?
L. Perchè me lo narri dopo uscito dal pericolo. Poi mi sovvien quel motto «Il lupo intorno alla fonte gira». E a te pure non giova ricordar cose tali. Ma io vorrei che ciò sapesser questi saducei, a gloria di Dio e loro ignominia.
P. Sì, se si convertissero: ma il fuoco non s'estingue con legna e con olio, anzi s'attizza.
L. S'ha dunque a lasciarli?
P. Lo credo, finchè il Signore li stermini col fiato della sua bocca. Perocchè è vicino il tempo che chi nuoce nuoccia di più, chi è lordo e più s'imbratti, chi è giusto divenga più giusto e santo. Nè il padre celeste lascerà che noi siamo tentati al di là di quel che possiamo.
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Cristo Dio Dio
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