- Venite a me voi che soffrite e faticate, e v'ajuterò». Accostandosi al difficile accesso, incontrano un vecchio, dalla barba lunga, sulla cui tunica eran ricamate le lettere V. D. M. I. Æ. (Verbum Dei manet in æternum). Questi non vuol lasciar entrare Pasquino se non l'esamina sulla fede. E gli domanda: «Chi è il capo della Chiesa, Cristo o il papa?»
- Tutt'è due» risposi io.
- Dunque la Chiesa è bicipite, eh?
- No no, celiavo: non ebbe mai e non ha che un solo capo, Gesù Cristo; chi gli mette sulle spalle anche quello del papa, ne fa una specie di Cerbero».
Il vecchio lo bacia, e lo mena verso gli altri, chiamandolo fratello. Colà trova Federico di Sassonia, eccellente principe che aperse tutte le porte al Vangelo: Zuinglio, Capitone, Ecolampadio, altri Tedeschi, e molti Svizzeri, alquanti Francesi abbastanza Italiani, e qualche spagnuolo. Fra gli Italiani erano Gerolamo Galateo di Venezia, che undici anni soffrì con costanza, e morì pel Vangelo nelle tenebre d'un carcere. Vide anche uno spagnuolo, nobil cavaliere di Cesare, ma cavaliere di Cristo ancor più nobile, Giovanni Valdes vir summa religione, fide, eruditione, qui Neapoli diem obiit supremum, egregiis relictis ad hoc cœlum excidendum istrumentis.
Continuando vede come le mura che difendevano quella città erano di rosarj, tonsure, barbe, cingoli, sandali, pazienze, zoccoli, pesci, ova, mitre, cere, bolle, il tutto cementato con olio e seta: e v'avea quattro porte; la superstizione, l'ignoranza, l'ipocrisia, l'orgoglio.
| |
Verbum Dei Pasquino Chiesa Cristo Chiesa Gesù Cristo Cerbero Federico Sassonia Vangelo Zuinglio Capitone Ecolampadio Tedeschi Svizzeri Francesi Italiani Italiani Gerolamo Galateo Venezia Vangelo Cesare Cristo Giovanni Valdes Neapoli
|