Ben sarebbe necessarioRoma empir di banderuole.
Una volta si finge che i Padri in conclave vogliano trattenersi con una commedia, e ciascuno ne propone una, delle più conosciute, e il cui titolo è satira.
Cibo. Chi non sa fingere non sa vivere.
Delfino. La verità inefficace.
Carpegna. L'accidia sospirosa.
Barbarigo. L'Arcadia in Brenta.
Goes. Chi la fa l'aspetta.
Maldacchini. Arlecchino finto principe.
Un'altra volta Pasquino disse:
Conclave in carnevale. Oh cosa bella!
Ci daranno per papa un pulcinella.
Nella qual occorrenza disse pure:
Tre peccati faceste, o padre santo,
Accettare il papato e viver tanto,
Morire in carneval per esser pianto.
In tal fatto il capolavoro è il Conclave del 1774, dramma metastasiano, dove son messi in celia il Bernis, lo Zelada, il Negroni, il Giraudi. Di una lunga canzone per la vacanza di Pio VII, ecco qualche strofa:
Se in bando voglionsiTanti bricconi,
Pregate, o popoli,
Per Oppizzoni.
Chi vuol che tolgasiTanta gramaglia
Che copre il tempio,
Scelga Somaglia.
Potrebbe eleggersiPrudentemente
Il buon Galeffi
In tal frangente.
Chi vuol che il papaCi racconsoli
I voti porgaPer Severoli.
Chi vuol che l'ordineIn tutto venga
Preghi che scelgasiIl Della Genga.
Fo punto; e il cieloPrego ci salvi
Da un uom despoticoQual è Consalvi.
E il Della Genga fu di fatti eletto col nome di Leone XII.
Tutti conoscono le più vicine, ma parmi distinta per merito questa:
Spirito Santo. O popolo di Roma, ecco il momentoChe decider dovrà del tuo sovrano.
La vedovanza a terminar del trono,
E i tuoi voti a compir disceso io sono.
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