Ti calma alfin: già sospirasti assaiNovello un papa, e qual lo brami avrai.
Volerò; su qual ti piaceIl mio vol si poserà;
Purchè tenda alla tua pace,
E alla tua felicità.
Popolo Romano. O Signor clemente e buono,
Dacci un papa di pietà,
Che regnar faccia sul tronoLa giustizia e la bontà.
S. S. Ebben, perchè felice,
O popolo di Roma, appieu tu sia,
Oggi che il papa scegliere si deve,
Vo' che alla scelta il voto tuo si dia.
P. R. Adoriamo i cenni tuoi:
Grande è, o Dio, la tua bontà:
Alla scelta ognun di noi,
Poichè il vuoi, risponderà.
S. S. I già sofferti affanniE il senno inveterato ancor dagli anni
Par che dubbio non offraOnde salga sul trono al Vaticano
Dei vostri eminentissimi il decano.
P. R. No, Signor, per carità!
Polverosa è la sua gloria,
Occupato egli sarà
A compor qualch'altra istoria:
Per sovrano non è natoChi vuol fare il letterato.
S. S. Ebben, questo si lasci, ed in sua veceAl camerlengo della santa Chiesa
D'esser papa la gloria oggi sia resa.
P. R. Come! papa uno scolare?
Ah! Signor, ciò non può stare;
Tommasini col triregno?
Ah! di tanto ei non è degno,
Di calcar non merta il tronoChi da sè sol non è buono.
S. S. Si lasci dunque, e pel voler divinoSia pontefice vostro il Cappuccino.
P. R. Ah! signor, certi caproniNon son nati per i troni,
Altre volte ricordateChe fu preso a bocalate;
Lungi, lungi un tal pensiero,
Non ci piace, è troppo nero.
S. S. Si cangi dunque, e assiso in Vaticano
Pedicini sarà vostro sovrano.
P. R. Come? in trono una tal rapa?
Ah, signor, no per pietà:
Non è nato ad esser papa,
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