Poi sentiva scossa l'autorità; s'indispettiva che un frate cacciasse i suoi sillogismi traverso alle smisurate ambizioni di lui; e che i principi dell'Impero profittassero delle innovazioni religiose per emanciparsi non meno da Cesare che da Pietro; e che sorgesse una diversione troppo disastrosa quando i Turchi sovrastavano. Stette dunque cattolico anche per calcolo, e con Leone X conchiuse un accordo pieno d'interessi mondani; ma quando uscì vincitore dell'emulo Francesco a Pavia, non sentendo più bisogno nè di Lutero come spauracchio dei papi, nè de' papi come contrappeso alla potenza francese, mutò linguaggio; tacciò il papa di voler solo tergiversare; un poco ancora che tardasse, egli stesso adunerebbe il Concilio.
Francesco I di Francia pretese che il Concilio fosse libero di trattar quanto e come volesse; e intanto l'imperatore ed esso re faceano da particolari teologi promulgare decisioni su punti di fede, locchè più sempre impacciava il già scabroso negozio. Maggiore ombra ne prendeva Clemente VII, nato illegittimamente nè abbastanza legittimamente eletto; sicchè cercò soprattieni e argomenti in contrario, dicendolo inutile e pericoloso; inutile, perchè l'eresia di Lutero essendo condannata dagli editti imperiali, bastava far questi eseguire; pericoloso, perchè avrebbe aria di revocare in dubbio le prische decisioni della Chiesa, e il convegno di tante teste torbide potrebbe al papa o all'imperatore strappar concessioni, di cui tardi avessero a pentire. Se però l'imperatore lo credeva conveniente, l'intimasse pure a nome del pontefice, patto che gli eretici promettessero obbedirvi, i punti a discutere si ponessero prima in iscritto, formando quel che oggi chiamiamo ordine del giorno, onde perdere men tempo e non divagare203. Uberto Gàmbara nunzio pontificio spiegò più chiaro, che i Luterani domandassero il Concilio, e promettessero sottoporvisi; dovesse unicamente occuparsi della guerra col Turco e dell'estinguere l'eresia, non già del riformare la Chiesa; si tenesse in Italia; vi avessero suffragio quei soli, a cui spettava giusta i canoni.
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