Il calabrese Guglielmo Sirleto, biblioteca ambulante, parlava francese, latino, greco, ebraico, sicchè fu detto che da trecento anni non s'era veduto cardinale più dotto, e non fu eletto papa per tema che gli studj nol distraessero di troppo. Sepoltosi nella Biblioteca Vaticana, colà pose affatto l'animo in ajutar le opere altrui, mentre di sue niuna pubblicò; provedeva testi e argomenti ai campioni del sinodo, onde il cardinale Seriprando scrivevagli da Trento, le opinioni sue sopra le quistioni agitate esservi riuscite gratissime, e conchiudeva che, stando a Roma, egli dava maggior ajuto e faceva maggior servizio al sinodo, che se ci venisse con cinquanta prelati227. Eppure non isdegnava raccogliere attorno a sè i bambini che capitavano in piazza Navona co' fasci della legna, e istruirli nel catechismo.
Sfoggiavano nelle prediche i più insigni oratori; Alessio Stradella di Fivizzano, Francesco Visdomini ferrarese, Bartolomeo Baffi da Lucignano. Cornelio Musso piacentino, affatto giovane, a Pavia faceva lezioni sopra le epistole di san Paolo, quando sorse un altro a interpretarle in senso diverso, e trovò assenso, e ne seguirono tumulti, finchè il cardinale Campeggi, legato a Bologna, fe cacciare i novatori, e raccomandò il Musso a Paolo III, che lo chiamò a Roma. Quivi a San Lorenzo in Damaso succedette all'Ochino, contro del quale scrisse discorsi e dispute, mostrandolo falso ecclesiastico, e cercava anche in privati colloquj convertirlo. Il primo giorno della quaresima 1548 predicava in San Pietro di Bologna, quando un Servita levossi a fargli objezioni.
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