La Chiesa possiede, comunica e interpreta i libri santi, e da essa gli accettiamo come opera divina, anche prima che lo spirito di Dio si sia manifestato nel leggerli; gli accettiamo, come dice un gran santo, perchè la Chiesa ce li dà238, quand'anche o vi appaja minore l'ispirazione profetica, come per esempio, ne' libri storici de' Maccabei; o la critica, come nell'epistola di san Giuda, che sembra allegare qualche libro apocrifo, qual è quello di Enoch239.
Cattolici e Protestanti si accordavano nel considerare la Bibbia, e specialmente il Nuovo Testamento, come la fonte della verità; e però importava fissare il numero e la lezione de' libri canonici240. Se non che gli uni ne attribuivano l'interpretazione alla Chiesa, gli altri all'individuo. Pe' Cattolici l'infallibilità della Chiesa venne identificandosi con quella del clero e del papa: pe' dissidenti il rispetto verso il libro arrivò a dare miracoloso carattere alla lettera, e direi fino ai punti vocali introdotti dai rabbini del medioevo; per essi la Bibbia è incerta, perchè di traduzione umana; la nostra è d'autorità divina.
La Chiesa fu fondata mediante la predicazione, cioè la parola; nè la parola perdette l'autorità quando venne scritta. Quanto la Scrittura è dunque venerata la parola tramandata a voce. Della verità di questa è testimonio l'esser accettata da tutte le Chiese cristiane fin dall'origine: non potendosi credere che provenga d'altra fonte che dagli apostoli. La tradizione è dunque la credenza costante e universale della Chiesa, depositata ne' monumenti storici: onde vien detta il criterio per interpretare la santa Scrittura.
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