Dalla disputa scabrosissima i legati seppero sguizzare domandando tempo a riflettervi: poi venuta la chiusura, presentarono un decreto generico, ove proferivano scomunicato il principe che concedesse campo al duello, ed esortavano l'imperatore e i sovrani a mantenere le ragioni e le immunità della Chiesa, ed operar che i vescovi risedessero con dignità e quiete, e rinnovarono tutte le costituzioni antiche sulla libertà ecclesiastica.
E si dichiarò terminato e chiuso il Concilio; e Pio IV ne confermò solennemente i decreti, poi fe stendere una professione di fede, che doveano sottoscrivere tutti gli ecclesiastici e dottori. In questa, dopo il simbolo costantinopolitano, esprimendo il dogma più positivamente che nel Concilio, si pronunzia intera fede al simbolo apostolico e ai sacramenti istituiti da Gesù Cristo, che tutti conferiscono la grazia; si accettano le decisioni del Concilio di Trento circa il peccato originale, e la giustificazione; nella messa pei vivi e pei morti offerirsi il vero sacrifizio propiziatorio; nell'eucaristia star realmente e sostanzialmente il corpo e sangue di Cristo, nei quali si converte tutta la sostanza del pane e del vino; e Cristo tutt'intero riceversi sotto l'una o l'altra specie; credersi nel purgatorio e nella validità dei suffragi; invocarsi i santi, i quali intercedono per noi, e doversene onorare le reliquie; tenere e venerare le immagini di Cristo, di sua madre, de' santi; la Chiesa cattolica, apostolica, romana esser madre e maestra di tutte; Cristo averle lasciato la facoltà delle indulgenze sommamente salutari ai fedeli; promettersi obbedienza al pontefice, vicario di Cristo e successore di san Pietro; infine ricevere tutto ciò che era stato lasciato per tradizione e definito nei Concilj, specialmente nel tridentino.
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