Però un divieto generale e minaccia della scomunica non si trova fin quando Leon X, condannando Lutero, vietò anche tutti i libri di esso. Una costituzione del 1554 di Paolo IV proscrisse in generale i libri di magia e d'altre superstizioni, i lascivi ed osceni, i libri d'eresiarchi, non quelli d'eretici; neppur le traduzioni di scrittori sacri fatti da questi, purchè nulla contengano d'erroneo. Per leggere la Bibbia vulgare ci vorrà la permissione, e così per le controversie con eretici.
E qui a noi, intrepidi difensori della stampa anche ne' giorni più pericolosi, l'intollerante secolo conceda di dire che non si è forse abbastanza considerata l'importanza sociale della scoperta di essa, la più decisiva della civiltà. Nel medioevo la coscienza cristiana e le costituzioni germaniche aveano restituita all'uomo la personalità, che era stata assorta nella splendida cittadinanza romana, e ne vennero quelle istituzioni così caratteristiche, il monacismo, la cavalleria, la feudalità, le corporazioni d'arti e mestieri. I quali elementi si andavano ravvicinando, per combinarsi anzichè distruggersi, e formare lo Stato moderno, ove le varie società sussistessero una accanto all'altra: allorchè in mezzo al lento lavoro fu gittata la stampa, che creava l'opinione, la diffondeva, la imponeva.
Istromento della pubblicità non era stata sin allora che la parola, fosse nelle Chiese, fosse nelle Università; or ecco surrogarsene un nuovo, molto più diffuso e più comune. Avvegnachè pel discorrere si richiedono una certa superiorità e occasione e luogo e coraggio: la stampa invece è un agente meccanico, di cui ponno servirsi tutti e sempre, anche il codardo e l'ignorante, non occorrendovi probità, non zelo, non eloquenza, non cautele oratorie, nè rispetto all'udienza, nè pudore, nè tampoco un apparato scenico.
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