Meglio san Filippo Neri cercò opporvi gli Oratorj, che prima erano sole cantate, poi divennero compiute rappresentazioni di fatti morali e sacri.
Ma la musica ha un'altra missione speciale, quella d'accompagnare i sacri riti. Resa però interamente profana, cioè occupata ad allettar i sensi e la fantasia, anzichè elevare il sentimento, trastullavasi in superare difficoltà, in imitazioni e combinazioni disparate, prolazioni, emiolie, nodi, enigmi, dove le voci umane non figuravano meglio che un altro istromento, e a cinque, sei, fin otto parti intralciavansi, o non offrendo senso, od offrendone di giocosi e perfino di osceni. Leon X aveva chiamato da Firenze Alessandro Mellini per avvezzare i suoi cappellani a conservare la tonica nel canto de' salmi e la misura sillabica negli inni. Il Concilio di Trento erasi querelato di tali profanità, e Paolo IV fece esaminare se o no dovesse tollerarsi la musica in Chiesa. Quanto all'escludere l'intralcio delle parole, le arie profane, i testi non ecclesiastici, si cadeva d'accordo, ma i maestri assicuravano sarebbe impossibile far intendere chiare le parole in un canto figurato. Parve altrimenti a Pier Luigi Palestrina, che per esperimento compose la messa papale a sei voci, con melodia semplice, rispettando l'espressione rituale e adattandola alle varie significazioni de' cantici e delle preghiere258. Uomo pio, alieno dalle brighe e perciò negletto, sul suo manoscritto, che si conserva, leggesi Signore, illumina me. Così ebbe salvata quest'arte, non distruggendo e abolendo, come facea la Riforma, ma ravvivando e santificando.
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