Si pubblicarono legendarj di miglior critica, quelli di Pietro Natali, di Bonino Mombrizio, di Luigi Lippomano, superati poi da Lorenzo Surio, indi dai Bollandisti267. Ma era desiderata una storia ecclesiastica, che rivelasse le leggi che governano i fatti, mostrasse il predominio dell'unità della Chiesa sopra la versatilità degli avvenimenti, l'imperturbabilità di essa tra i sofismi e le violenze, lo sviluppo del principio dell'autorità attraverso gli accidenti, e ribattesse le parziali applicazioni, con cui voleasi oppugnare il cattolicismo col mostrarlo deviato dalle credenze e dalle pratiche primitive. In tal senso tutto cattolico e papale lavorò Cesare Baronio, napoletano di Sora (1538-1609). Avea egli cominciato a narrare alcuni momenti ecclesiastici a' suoi Filippini, quando, per istanza principalmente di Filippo Neri, assunse la narrazione completa degli Annali Ecclesiastici268, traendo la storia fuor delle cronache e delle legende, sistemandola colla cronologia, dandole unità e decoro, e facendone così una battaglia sintetica contro gli analitici attacchi di teologi e di filologi. Non arrivò che al secolo xii. Ignorava il greco; volea veder in ogni avvenimento l'immediato castigo o la rimunerazione di Dio, quasi egli retribuisca quaggiù: mai però non iscusa il delitto, nè esita a disapprovare i pontefici erranti, e «ben ponderate (dice) le sconvenienze del metterne a nudo le colpe, stimo meglio esporle francamente anzichè lasciar credere agli avversarj che i Cattolici siano conniventi alle debolezze dei papi». Della sua buona fede non dubitarono nemmeno i più avversi269; e il suo libro restò la fonte forse più importante di notizie sul medioevo, allorchè Roma era centro della civiltà del mondo.
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