Angelo Niccolini fiorentino, governatore lodatissimo di Siena e di Pisa ove poi fu arcivescovo, ambasciadore presso molte Corti, nel conclave per Pio V poteva divenir papa se non fosse parso troppo familiare col granduca (-1567).
Rodolfo Pio da Carpi, operosissimo nel combinar paci e nel ben governare, fu segnalato non meno per grandi virtù che per una splendida biblioteca e collezione di statue e di medaglie. Il cardinale Alessandro Farnese moltiplicò in varie parti istituzioni benefiche e pie. Prete Demetrio Petrone rigenerò Montagano nel Sannio, quella popolazione corrotta e ignorante inducendo, per penitenza e in proporzione de' peccati, a piantare alberi fruttiferi ne' campi proprj e negli altrui, egli stesso ai più poveri fornendo gli alberi e le zappe.
Gaspare dal Fosso, frate paolotto, fatto arcivescovo di Reggio, fu lodatissimo al Concilio di Trento, donde volendo andarsi per riparare a semi d'eresia che udiva spargersi nella sua Calabria, i legati lo indussero a rimanere, dove per la sua prudenza e virtù pareva, dice il Pallavicino, non pur utile ma necessario. Finito il Concilio, moltissimo adoprò al meglio della sua diocesi, rifabbricò la cattedrale, quasi distrutta dall'irruzione de' Turchi; al rito gallicano, ivi conservatosi, surrogò il latino: prodigossi nella peste del 1576, e distribuì molte terre della mensa a trentadue famiglie col patto vi coltivassero fichi e gelsi. Le sue ossa furono violate in una nuova invasione dei Turchi del 1594.
Fra quei che illustrarono allora la porpora e la mitra menzioneremo il Rusticucci, uomo perspicace quanto retto; il Salviati, vivo tuttora nella lode de' Bolognesi; il Sartorio, severissimo capo dell'Inquisizione.
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