Anche i Teatini erano poveri, e a Firenze spesero centomila scudi in fabbricar San Gaetano, una delle più splendide chiese.
Nella qual città Ippolito Galantini setajuolo, fin dall'adolescenza applicato ad amare e soccorrere i poveri, col sussidio del cardinale Alessandro Medici fondava la congregazione de' Vanchetoni o della Dottrina Cristiana, che durò fin oggi, principalmente a vantaggio de' lavoranti in seta. Ivi stesso, a persuasione di frate Alberto Leoni, fondavasi una pia casa de' catecumeni.
Le primarie famiglie fiorentine crebbero lor nobiltà con qualche santo. Maddalena de' Pazzi e de' Buondelmonti, sin da fanciulla dilettandosi alla gioja dell'obbedienza, divenne miracolo della perfezione spirituale e della contemplazione delle cose eterne, accoppiate a intensa carità del prossimo. Lorenza Strozzi di Capalle, vestitasi domenicana, si trovò in gran relazione coll'Ochino e col Vermiglio, la loro apostasia pianse a calde lacrime, e tutta infervorata d'amor divino, compose inni per ciascuna solennità dell'anno, cantati lungamente e messi in musica, e tradotti anche in francese. Caterina de' Ricci, sottrattasi alle lusinghe preparatele dalla domestica lautezza, sacrò a Dio una vita tutta d'amore e di dolori, provata dalle contraddizioni e dalla calunnia, poi dalle lodi e dall'ammirazione: e come la beata Michelina a Giotto, santa Umiltà a Bufalmacco, santa Caterina da Siena al Vanni e al Pacchiarotto, così la Ricci divenne soggetto di pitture al Parenti e al Tosini in Prato.
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