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      Tutti amano se soli, di se soli fan conto, e si può dubitare se rimanga ancora in noi goccia di sangue umano292».
      E Wizel: «Per lo passato v'avea cristiani che amavano talmente i poveri, da chiamarsi padri e figliuoli: lavavan loro i piedi, li servivano a tavola, come ha fatto Gesù Cristo. Ora si escludono di città e di casa come reprobi e pubblici nemici. È il tuo spirito, o Signore, questo che regna oggi nelle Chiese? Qual purificazione, qual riforma, quali elementi d'unità e concordia»293. E potremmo seguitare lunghissimo tempo queste citazioni, e conchiuderemmo con quello onde cominciammo, che l'albero si giudica dal frutto.
     
     
     
      DISCORSO XXXII
     
      IL SANT'UFFIZIO. LA TOLLERANZA RELIGIOSA.
     
      Si è potuto vedere come, coll'unità delle dottrine evangeliche, sostenuta contro le prime eresie, la Chiesa salvasse la civiltà, stabilendo una dottrina morale e sociale, da cui non si dovesse declinare. Così formossi quel fondo di principj che costituisce l'incivilimento moderno, e che tutti è forza confessino esser dovuto alla Chiesa.
      La divisione che or vi portava il protestantesimo non aboliva quelle massime e quelle pratiche, quasi connaturate coi varj popoli; sicchè il cattolicesimo operava ancor potentemente sopra coloro stessi che lo repudiavano, e che, se pure la subodoravano, erano ben lontani dal conoscere l'importanza della distinzione dei due poteri, e raggiungere la vera indipendenza delle coscienze.
      Tutta la storia ci attesta come i governi antichi si arrogassero ingerenza sulla fede e sul culto de' governati; appena Diagora volge in beffa qualche cerimonia di Efeso, o Prodico di Ceo sostiene che gli elementi furono divinizzati perchè utili, o Socrate asserisce l'esistenza e l'ispirazione de' genj, sono condannati a morte; il sagrifizio del Calvario e le migliaja de' martiri nostri ne sono pruova solenne.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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